La dichiarazione di conformità di un impianto idrico sanitario è un documento obbligatorio per tutti i nuovi impianti. Con la dichiarazione di conformità, l’impianto idrico sanitario viene certificato sul piano delle conformità alle leggi vigenti: è così che il tecnico, al termine dei lavori, dichiara che il sistema è stato realizzato seguendo la normativa sugli impianti idrici sanitari in vigore.
Forse ricorderai che la dichiarazione di conformità viene rilasciata anche in altri casi; ne abbiamo parlato quando abbiamo analizzato cosa fare per avere impianti di climatizzazione sempre in regola e quando abbiamo spiegato a cosa serve la certificazione dell’impianto elettrico. Se ci ha seguito fin qui, saprai che la dichiarazione di conformità viene abbreviata in modi diversi: acronimi come DI.CO., DICO, Di.Co. o DiCo, si riferiscono alla stessa certificazione prevista dalla normativa. Noi preferiamo usare quasi sempre le versioni DiCo e DICO.
Come mai la DiCo è importante come certificato di conformità degli impianti idrici sanitari? Gli impianti idrico sanitari sono complessi e delicati: la realizzazione deve essere scrupolosa perché il corretto funzionamento del sistema incide sul nostro comfort e benessere. Se la progettazione non fosse accurata, disfunzioni e difetti potrebbero avere addirittura ripercussioni sulla nostra salute. Non dimentichiamo che l’acqua, se non opportunamente trattata, può trasformarsi in un bacino di agenti patogeni. Fare un cenno alla complessità degli impianti idrico sanitari ci aiuterà a capire davvero l’importanza della loro conformità alle norme: si tratta infatti di sistemi compositi, molto ramificati e costituiti da elementi differenti che devono comunicare perfettamente tra loro.
Nell’ultimo articolo abbiamo introdotto come funziona un impianto idrico e quali sono i suoi principali componenti . Oggi cerchiamo di capire insieme le sfide che un tale impianto può rappresentare per progettisti e installatori, il quadro normativo di riferimento e come si inserisce la DiCo nel contesto legislativo.
DA DOVE SI PARTE PER LA PROGETTAZIONE DI UN IMPIANTO IDRICO SANITARIO? SCHEMI E REGOLE
La normativa per gli impianti idrico sanitari impone a progettisti e installatori una serie di vincoli, proprio in virtù della complessità di cui abbiamo appena parlato. Prima di analizzare le norme più importanti, è bene partire da qualche definizione: l’impianto idrico sanitario è il complesso di unità funzionali, – tubi raccordi e valvole –, che garantiscono la distribuzione dell’acqua.
In fase di progettazione, il professionista dovrà avere ben chiara la normativa per gli impianti idrico sanitari e concepire il sistema secondo due categorie ben distinte: l’impianto di adduzione e l’impianto di scarico.
L’IMPIANTO DI ADDUZIONE
L’impianto idrico di adduzione parte dal punto di raccordo con la rete idrica pubblica e termina nel punto in cui l’acqua viene utilizzata, ovvero l’apparecchio sanitario (lavabo, vasca, doccia, ecc.). Il sistema di adduzione, a sua volta, comprende il sistema dell’Acqua fredda (AF) e il sistema dell’Acqua calda sanitaria (ACS). Gli scarichi, invece, non prevedono distinzioni nel caso di acqua fredda o calda, almeno nei sistemi residenziali (reflui domestici).
L’IMPIANTO DI SCARICO
L’impianto di scarico delle acque è costituito da una rete di tubazioni progettate per far defluire all’esterno le acque in uscita dagli apparecchi sanitari (lavabi, wc, docce, vasche, ecc.). Una rete di scarico si distingue tra rete di scarico esterna per le acque piovane (acque bianche) e rete di scarico interna per le acque sanitarie (acque nere).
Regole, caratteristiche e guide per la progettazione, accorrono in aiuto dei professionisti affinché elementi come la velocità degli scarichi, la pendenza dei tubi o gli equilibri di pressione all’interno del sistema, siano precisi fino all’ultimo dettaglio. Solo così la dichiarazione di conformità per l’impianto idrico sanitario potrà certificarne l’adeguatezza. E quando si parla di adeguatezza, non si scappa: il quadro normativo di riferimento, tra norme di legge e norme tecniche, impone parametri stringenti.
TRA VINCOLI E RACCOMANDAZIONI: LA NORMATIVA PER GLI IMPIANTI IDRICO SANITARI
Approfondiamo ora la normativa per gli impianti idrici e sanitari e vediamo quali riferimenti normativi non devono mai mancare nel compendio di un progettista o di un tecnico:
- DM 37/2008: come per altri impianti, anche quelli idrici e sanitari devono essere progettati da un professionista abilitato, indipendentemente dalla propria destinazione d’uso e dalle proprie dimensioni. Il progetto e lo schema dell’impianto, sono tra gli elaborati obbligatori da allegare alla dichiarazione di conformità degli impianti idrico sanitari
- Direttiva Europea 98/83/CE (recepita in Italia con il DL 31/2001): indica i parametri minimi di qualità per l’acqua destinata al consumo umano. Il progettista, l’installatore e il manutentore sono a tutti gli effetti i responsabili della qualità dell’acqua dal punto di consegna nell’impianto residenziale, fino ai terminali
- UNI 8065 (aggiornata nel 2019): definisce e determina le caratteristiche chimico-fisiche delle acque impiegate negli impianti per la climatizzazione invernale ed estiva, per la produzione di acqua calda sanitaria con temperatura massima di 110 °C e negli impianti solari termici per la climatizzazione invernale ed estiva e per la produzione di acqua calda sanitaria
- DM 174/2004: recepisce anch’essa la Direttiva 98/83/CE, ed elenca i materiali e gli oggetti che possono essere utilizzati negli impianti che distribuiscono le acque destinate al consumo umano
- UNI 9182: è la norma tecnica che delinea i criteri per il dimensionamento delle reti di distribuzione dell’acqua destinato al consumo umano e degli impianti di produzione, distribuzione e ricircolo dell’acqua calda; inoltre, stabilisce i criteri per la messa in esercizio degli impianti e gli impieghi dell’acqua non potabile e le limitazioni per il suo impiego
- UNI EN 806: specifica i requisiti e fornisce raccomandazioni sulla progettazione, l’installazione, la manutenzione e il funzionamento degli impianti per l’acqua potabile all’interno degli edifici
- UNI CEN/TR 16355: è un rapporto tecnico indispensabile per progettisti, idraulici e manutentori poiché fornisce indicazioni sulla proliferazione di agenti patogeni come la legionella, e dà raccomandazioni sulla prevenzione dalle contaminazioni
- Linee Guida per la prevenzione della legionellosi: fornisce informazioni sulle caratteristiche del batterio e indica gli accorgimenti da usare per gestire gli impianti idrico sanitari e tutelare la salute delle persone che li usano
Ma come si colloca la dichiarazione di conformità degli impianti idrico sanitari nel quadro legislativo appena descritto?
QUANDO È OBBLIGATORIA LA DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ? CHI PUÒ RILASCIARLA?
Tra i riferimenti della normativa per gli impianti idrici sanitari, al primo punto compare il DM 37/08. Come sai, qui in ECTM lo definiamo il “testo sacro” per ingegneri, tecnici e manutentori. All’articolo 7, il DM 37/08 dedica sei commi proprio al certificato di conformità degli impianti idrici sanitari e degli impianti in generale.
La dichiarazione di conformità degli impianti idrico sanitari è obbligatoria per ogni nuovo impianto, e per ogni modifica parziale dell’impianto preesistente. Nell’ultimo caso, la dichiarazione di conformità interesserà solo la porzione su cui si è intervenuti, ma è sempre necessario garantire la sicurezza dell’impianto in toto.
Inoltre, la dichiarazione di conformità per gli impianti idrico sanitari non ha bisogno di essere rinnovata, a meno che non si intervenga sull’impianto per modifiche come la trasformazione, l’ampliamento o per interventi di manutenzione straordinaria. Se così fosse, si ricadrebbe nel caso delle modifiche parziali, ma guai a non certificare anche le minime variazioni: la DiCo sarebbe invalidata.
Ci sono altri casi in cui viene richiesta un certificato di conformità per gli impianti idrici sanitari, come per esempio l’allaccio di nuove utenze. La DiCo è obbligatoria quando si richiede la Segnalazione certificata per l’agibilità (SCA) di un immobile o quando l’immobile cambia destinazione d’uso, viene frazionato o accorpato. Ti verrà richiesta una DiCo per l’apertura di una nuova attività commerciale o se dovrai depositare una pratica antincendi.
Nelle ristrutturazioni che non coinvolgono gli impianti, la dichiarazione di conformità per gli impianti idrico sanitari non è obbligatoria. Non è obbligatoria nemmeno in caso di compravendita o rogito, o nel caso di una locazione, ma c’è da dire una cosa: segnalare le eventuali non conformità può essere una tutela in entrambi i casi.
La dichiarazione di conformità per gli impianti idrico sanitari deve essere elaborata e redatta secondo il modello in allegato al DM 37/2008 (Allegato I) e include:
- la dichiarazione che gli impianti siano stati realizzati a regola d’arte
- la relazione con la tipologia dei materiali utilizzati
- il progetto dell’impianto
- lo schema dell’impianto
- la copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali dell’installatore
- il riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali già esistenti
Come avrai notato, tra i documenti richiesti dal DM 37/08 per la dichiarazione di conformità degli impianti idrico sanitari, c’è il certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali dell’installatore. La DiCo, infatti, deve essere rilasciata da un’impresa abilitata. Una ditta è effettivamente abilitata quando il legale rappresentante dell’impresa, oppure il responsabile tecnico, dimostra il possesso dei requisiti professionali richiesti dall’art. 4 del DM 37/2008. Un esempio? I tecnici della ditta devono aver svolto un periodo di inserimento di almeno quattro anni consecutivi alle dirette dipendenze di un’impresa del settore.
DM IMPIANTI DI NOVARA è un’impresa abilitata e competente: puoi contare su di noi per tutte le attività di progettazione, installazione e manutenzione per vari tipi di impianti idraulici, che siano residenziali, commerciali e industriali. Tutti i nostri tecnici rispettano strettamente i parametri imposti dalla legge e le normative italiane e internazionali per un impianto a regola d’arte.